Università degli Studi di Trieste
L’intervento, commissionato dall’Università degli Studi di Trieste, richiedeva la ristrutturazione e il restauro dell’ex ospedale militare di via Fabio Severo.
Complesso di edifici costruiti durante l’occupazione dell’impero austro-ungarico e ultimati nel 1866, seguirono le vicissitudini del tormentato XX secolo e rimasero in funzione, con destinazione invariata, fino alla fine degli anni ’80, quando vennero chiusi e abbandonati.
Dopo un quindicennio di totale degrado, è stato approvato il progetto di riqualificazione dell’area con la finalità di convertire i due edifici, denominati “Casa del comandante” e “Ospedale”, in residenza universitaria.
Oggi il nuovo complesso consta di 163 stanze per 239 posti letto, 90 bagni, oltre a spazi complementari come la sala conferenze, la biblioteca, sale studio, internet e video, uffici, minimarket, zona bar, spazi ricreativi etc.
Le lavorazioni edili da noi eseguite sono state di diversa natura: scavi all’interno degli edifici, consolidamenti strutturali, demolizioni di porzioni di murature in sasso, ricostruzioni e restauro di parti di particolare pregio e storia come affreschi, vetrate, pavimentazioni in seminato veneziano e arenaria, elementi architettonici in pietra calcarea e arenaria a vista, scale in pietra e ringhiere in ferro.
L’edificio è strutturato da murature portanti in pietra arenaria con elementi squadrati di varie pezzature e con spessori, al piede delle fondazioni, di oltre 150 centimetri. Durante le operazioni di consolidamento delle fondazioni dell’edificio centrale, sono stati scoperti vari percorsi sotterranei di notevole volume interno, dotati persino di nicchie portalumi ricavate nella pietra arenaria, e lunghe gallerie per lo scolo delle acque piovane, che si diramano nel sottosuolo ben oltre il perimetro dell’edificio. Sono entrambe ancora in fase di studio.
Destano ugualmente stupore le gigantesche pietre, del peso di circa 5 quintali l’una, che oltre 150 anni fa, furono poste in sommità di guglie a 30 metri di altezza. Tali aggetti architettonici, così come le cornici della copertura, anch’esse in pietra arenaria, sono stati interessati da un profondo restauro e da un intervento di consolidamento in quanto erosi, nel corso dei decenni, dagli agenti atmosferici. Sono stati quindi fissati con perni di acciaio, cravatte, morsetti, fazzoletti e materiale cementizio fibrato.
Considerevole si è dimostrato l’intervento di ristrutturazione dei tetti e delle coperture su una superficie di 4.000 metri quadri.
Inoltre si è proceduto alla ricostruzione di elementi finali di puntoni e capriate quale grossa orditura strutturale. Trovandosi appoggiata nella zona di cornice, nel corso degli anni si è degradata a causa dell’umidità a tal punto da dover essere rinnovata. Onde evitare la sostituzione completa della struttura lignea, si è intervenuti eseguendo innesti sulle teste delle travature con nuove porzioni di travo, connesse tramite incastri a “dardo di giove e staffe di fissaggio in ferro, mentre, per quanto riguarda il tavolato, esso è stato completamente rimosso e sostituito con perline di grosso spessore.
Vista la nuova suddivisione degli spazi interni del sottotetto, sono stati ricavati 46 lucernari di copertura di grandi dimensioni.
Sul tetto, come oramai avviene nella quasi totalità degli edifici, è stata installata un’articolata linea vita che ne garantirà le ispezioni e le manutenzioni future su tutta la superficie in completa sicurezza.
Inoltre, i 4.000 mq di copertura raccolgono le acque piovane in bacini di contenimento, le quali, al termine di un processo di purificazione, vengono riutilizzate come acque di deflusso nei sanitari o immesse nell’impianto di irrigazione dei giardini.
Vista l’imponenza dell’opera, nella sua realizzazione ha rivestito notevole importanza e consistenza i lavori di coordinamento e realizzazione degli impianti idrici ed elettrici, come gli impianti di riscaldamento, condizionamento e smaltimento delle acque nere e saponate.
Infine, per quanto riguarda la viabilità interna, i giardini, le aiuole e gli ampi parcheggi, sono stati restaurati con la pulizia degli elementi in pietra, nuove piantumazioni, installazione degli impianti di illuminazione e di un ascensore esterno, in grado di garantire l’accesso a tutto il complesso alle persone portatrici di handicap.